Pioggia di aiuti per chi perde il lavoro. Vediamo tutti quelli che possono richiedere i disoccupati nel 2024.
Perdere il lavoro è un dramma. Lo è per chi vive solo, per chi è in coppia e magari ha ancora un mutuo in corso, per chi ha una famiglia con figli. Durante i due anni di pandemia di Covid tante sono state le persone che hanno perso il lavoro a causa delle chiusure forzate imposte dal Governo. Tanti non sono più riusciti a rimettersi in piedi.
Secondo le previsioni, negli anni che verranno, migliaia di persone resteranno senza un’occupazione a causa dell’avvento dell’intelligenza artificiale e dei robot. Il Governo Meloni, per il momento, ha deciso di mettere in campo diversi sussidi per sostenere proprio chi, non per sua volontà, è rimasto senza un lavoro.
Un sussidio non dovrebbe mai essere considerato una “poltrona” su cui adagiarsi. Un sussidio deve rappresentare uno strumento che aiuti le persone a rimettersi in piedi e a riprendere in mano la propria vita. Perché il lavoro è anche realizzazione personale oltre che fonte di sostentamento. È proprio in quest’ottica che sono stati pensati gli aiuti messi in campo dal Governo.
Il primo aiuto su cui da anni possono contare le persone che hanno perso il lavoro involontariamente è la Naspi. Si tratta di un sostegno erogato dall’Inps fruibile da quei lavoratori con almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni antecedenti alla disoccupazione. Da quest’anno viene meno il requisito di aver lavorato almeno 30 giorni nel corso dei 12 mesi precedenti. L’importo della Naspi può arrivare fino ad un massimo di 1550,42 euro al mese.
Un’altra misura di sostegno a favore di chi ha perso il lavoro è la Dis-Coll. Essa si rivolge ai collaboratori coordinati e continuativi e ai dottorandi di ricerca iscritti alla gestione separata dell’Inps. Non è fruibile, invece, dai lavoratori autonomi che, però, possono contare su un altro sussidio: la Iscro. Si tratta di una sorta di Cassa integrazione per i lavoratori con Partita IVA che hanno registrato un significativo calo del fatturato.
Per beneficiare di questo aiuto è necessario avere un reddito annuo lordo non superiore a 12.000 euro, aver registrato un calo del fatturato pari almeno al 70% rispetto ai due anni precedenti ed essere iscritti alla gestione separata dell’Inps. Chi ha svolto lavori con contratto di somministrazione può beneficiare del bonus Sar, un aiuto che va dai 780 fino ai 1000 euro. Per richiederlo è necessario essere disoccupati da almeno 45 giorni e aver lavorato almeno 90 giorni nell’ultimo anno.
Infine i due aiuti più recenti sono l’Assegno di inclusione e il Supporto formazione e lavoro. Quest’ultimo consiste in un sussidio di 350 euro al mese e può essere erogato per un massimo di 12 mesi. Si rivolge alle persone senza disabilità di età compresa tra i 18 e i 59 anni e con un Isee fino a 6000 euro. Per averlo è necessario fare richiesta all’inps e frequentare corsi organizzati dai Centri per l’impiego. Possono, invece, richiedere l’assegno di inclusione quelle persone nella cui famiglia ci siano soggetti non occupabili: disabili, minorenni oppure over 60. In questi caso l’Isee non deve superare i 9360 euro.
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