Come ogni anno, l’ACI ha condiviso sulla Gazzetta Ufficiale la tabella dei rimborsi previsti per i chilometri percorsi: tutto quello che c’è da sapere.
Quando si cerca un posto di lavoro, chiaramente si valutano anche le questioni logistiche. Il luogo di lavoro dev’essere facilmente raggiungibile con i mezzi propri o i mezzi pubblici, questo sia per una questione di tempistiche necessarie a raggiungere la sede dell’azienda sia per una questione di costi relativi agli spostamenti.
Nei casi più virtuosi le aziende si incaricano di pagare gli spostamenti nel caso in cui il dipendente abiti ad una distanza elevata dalla sede, un pagamento che avviene come rimborso spese e viene calcolato insieme alla busta paga. Ma cosa succede nel caso in cui per esigenze lavorative il dipendente fosse costretto a fare una trasferta sia all’interno del comune di residenza che fuori da esso?
Nella situazione indicata sono previsti dei rimborsi spese che vanno necessariamente corrisposti al dipendente. L’azienda deve solo decidere in quale forma verranno effettuati i rimborsi ai lavoratori, ci sono infatti tre possibilità alternative, una delle quali prevede il pagamento dei chilometri percorsi se il dipendente ha utilizzato il proprio mezzo per effettuare la trasferta.
Nel caso in oggetto, se l’azienda provvederà al risarcimento chilometrico, dovrà farlo utilizzando le tabelle fornite dall’ACI. Va inoltre ricordato che questo rimborso spese rientra a pieno titolo nei fringe benefit e dunque non può essere tassato.
La prima differenza che va fatta è quella riguardante le trasferte in una sede differente da quella abituale che si trova nello stesso comune. In questo caso lo spostamento inusuale può essere risarcito al dipendente, ma sarà soggetto a contributi e Irpef, questo ad eccezione della presentazione dei costi effettuati tramite presentazione della documentazione del vettore, sia esso autobus, pullman, treno o metropolitana. Nel caso di mezzo di proprietà, le spese sono deducibili dal reddito d’impresa ma tassate al dipendente.
Per quanto riguarda invece le trasferte fuori dal Comune in cui ha sede l’azienda, ci sono tre possibili scelte di remunerazione del dipendente ed il regime fiscale varia in base a quello scelto. Le opzioni sono le seguenti:
Ovviamente il sistema di rimborso scelto vale per tutta la trasferta e non si potrà cambiare in base alla giornata. Se si è scelto di dare un rimborso forfettario bisognerà calcolare tutti i giorni di trasferta, così come se si è scelto il sistema misto non potrà essere cambiato il secondo giorno con quello a piè di lista.
Il rimborso a piè di lista è quello che comunemente viene chiamato “Rimborso chilometrico”, è esente dal versamento dei contributi e dalla tassazione Irpef e si basa sulle tabelle stilate annualmente dall’ACI. L’ammontare del risarcimento dipende dal numero di chilometri percorsi e varia anche in base alla tipologia di macchina che possiede il dipendente. Queste le variabili riguardanti i carburanti:
Tale sistema prevede il rimborso non tassabile anche di spese non comprovabili come ad esempio il costo dei parcheggi o l’elargizione di mance però fino ad un limite giornaliero. Per le trasferte in Italia il limite è di 15,49 euro al giorno che diventano 25,82 euro giornalieri per le trasferte all’estero.
I fondi di investimento sono strumenti finanziari piuttosto variegati, i quali consentono di disporre di…
Avere a disposizione gli strumenti giusti per navigare la rete in sicurezza è certamente un…
L'iPhone 13 è uno degli smartphone più venduti ancora in questo momento, nonostante tutti gli…
Stiamo vivendo un'era di profondi cambiamenti, legati soprattutto al digitale e alle nuove tecnologie. Ogni…
Whatsapp, con questo metodo potrai trasformare i tuoi vocali in testo e leggerli, invece di…
TikTok ha deciso di introdurre un'importante novità ripresa da YouTube. Un cambio di rotta per…