Tantissime le lettere già inviate ed altre in procinto di essere recapitate. Sono le cosiddette “Lettere di compliance”: ecco di che cosa si tratta.
Anno d’imposta 2020. Potrebbe sembrare l’inizio di una sceneggiatura cinematografica e invece si tratta della nuova indagine effettuata dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di migliaia e migliaia di contribuenti italiani.
Ma cosa richiede precisamente l’Agenzia delle Entrate? Nel dettaglio, pare si siano riscontrate delle irregolarità per alcuni cittadini e l’Agenzia vuole ovviamente fare luce su cosa sia accaduto. Ecco tutti i dettagli da conoscere per non essere colti impreparati.
I contribuenti italiani, in queste settimane, e nelle prossime a venire, stanno ricevendo le cosiddette “Lettere di Compliance”, ovvero lettere che informano riguardo ad una potenziale omissione dei redditi. Le anomalie riscontrate dall’Agenzia, che hanno poi condotto alla necessità di verifiche sulla “compliance” (ovvero sulla conformità effettiva delle loro dichiarazioni), riguardano prevalentemente i redditi da lavoro autonomo, i redditi da lavoro assimilato ed i redditi derivanti da contratti di locazione che sono risultati come non dichiarati al Fisco. E le verifiche sono scattate a seguito di un ingente flusso di segnalazioni.
Una delle possibilità di regolarizzazione per i contribuenti che l’Agenzia ha reso disponibile è quella di una dichiarazione integrativa precompilata. Anche se prevista soltanto per alcune circostanze per le quali è stata rilevata la condizione di non conformità da verificare. La regolarizzazione può avvenire in modalità autonoma, versando le imposte indicate e maggiorate di sanzioni, comminate però in misura ridotta.
È una motivazione di tipo generico quella riportata dall’Agenzia delle Entrate nella lettera di compliance, ovvero per “reddito omesso”. Una volta ricevuta la lettera cartacea tramite posta, il contribuente può verificare le eventuali omissioni contestate attraverso l’area personale della piattaforma istituzionale dell’Agenzia online, nella sezione “L’Agenzia scrive”.
All’interno della sezione è possibile richiamare la comunicazione nonché i dati dettagliati in possesso dell’Agenzia relativamente a tutte le voci di omissione presenti. Oltre a ciò, sempre tramite la sezione online l’Agenzia offre indicazioni specifiche riguardo alla procedura di regolarizzazione della propria posizione fiscale attraverso l’istituto del ravvedimento operoso. Come disciplinato dal Decreto Legislativo numero 472 del 1997 all’articolo 13.
La sanzione è stata fissata al 15% del valore dell’imposta maggiore determinata. Corrispondente ad un sesto del 90% dell’ammontare indicato nella dichiarazione definita “infedele”. In caso di parziale dichiarazione dei canoni soggetti a cedolare secca, inoltre, la percentuale duplica. Mentre per le circostanze di omissione totale raggiunge il valore pari al 40%. Se i dati riportati dall’Agenzia risultassero errati al contribuente, questi potrà richiederne modifica presentando opportuna documentazione probatoria nella sezione dedicata, all’interno del Civis dell’area personale del sito online istituzionale.
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