Nel 2024, si può andare in pensione bypassando i vincoli imposti dalla legge Fornero e confermati dal Governo Meloni.
C’è una strategia vincente per andare in pensione in anticipo senza sottostare alle regole imposte dalla riforma previdenziale introdotta dal ministro Fornero con il Governo Monti. In Italia vige infatti ancora la legge Fornero, che ha portato al sistema contributivo per tutti, all’abolizione del sistema delle quote e soprattutto all’aumento dell’età pensionabile (con la possibilità di accedere a una pensione anticipata con 41 o 42 anni di contributi).
Le regole vigenti nel 2024 per il pensionamento prevedono in pratica canali di uscita che di fatto non spostano i limiti introdotti dalla criticatissima legge Fornero. Per ottenere una pensione anticipata bisogna avere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e dieci mesi per le donne.
Oppure si può optare per quota 103, cioè smettere di lavorare con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Infine, c’è l’Ape sociale, con 63 anni di età e 30 anni di contributi, ma usufruibile solo da alcune categorie speciali. E questi sono i canali di uscita più noti. Canali che non modificano i limiti introdotti dalla riforma previdenziale voluta dal ministro Fornero nel 2012.
Ci sono però anche altre interessanti possibilità per poter ottenere, anche nel 2024, la pensione in anticipo evitando la legge Fornero. C’è per esempio Opzione donna, che si ottiene con 58 anni di età e 35 anni di contributi, ma solo se si è nate entro il 31 dicembre 1961. Infine c’è il trucco del lavoro all’estero.
Tanti italiani stanno scegliendo di trasferirsi a lavorare in Albania, anche soltanto per pochi anni prima del pensionamento. Lo fanno per aggirare la legge Fornero. Questi lavoratori possono infatti sfruttare le regole speciali introdotte da una convenzione bilaterale che permette il raggiungimento del diritto alla pensione (sia in Italia che in Albania) sommando i contributi versati in entrambi i Paesi.
La convenzione impone che si maturino almeno 52 settimane contributive in entrambi i Paesi. In questo modo anche gli italiani possono beneficiare di regole per il pensionamento meno severe rispetto a quelle italiane (ancora disciplinate dalla legge Fornero nonostante i vari proclami del Governo Meloni).
Oltre all’Albania ci sono altri Paesi con cui l’Italia ha sottoscritto convenzioni simili. La totalizzazione dei contributi è permessa per tutti i Paesi dell’UE, anche se in questo caso si può guadagnare in genere un anno al massimo, dato che in Germania, Olanda e Belgio si va in pensione a 66 anni e non a 67.
In Francia l’età pensionabile è molto più bassa: è fissata a 62 anni. Lo stesso anche in Svezia, ma le regole europee vogliono che anche questi due Stati innalzino l’età di uscita dal lavoro. Chi non vuole andare così lontano potrebbe provare a trovare un lavoro a San Marino. Anche con questo Stato l’Italia ha firmato una convenzione per la totalizzazione gratuita dei contributi.
E a San Marino l’età per il pensionamento di vecchiaia è di 66 anni. Quindi un anno in meno rispetto al limite italiano. I contributi sono sempre a vent’anni. Per la pensione di anzianità bisogna invece avere 60 anni di età e almeno 40 anni di contributi.
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