Anche un vecchio cellulare può valere una fortuna. Di norma più vecchio è il telefonino, più il suo valore cresce.
Buttar via i telefonini vintage potrebbe essere un grave errore, specie se si tratta di modelli storici, cioè di importanti testimonianze dell’evoluzione di una tecnologia che ha cambiato il mondo. I primi cellulari furono introdotti sul mercato all’inizio degli anni ’70. Erano aggeggi scomodi, enormi, pesanti e poco funzionali. A livello commerciale, si diffusero solo negli anni ’80. Ma da allora ne hanno fatta di strada.
I primi telefonini erano analogici. Si è passati in un decennio dai 160 ai 900 MHz. Poi è arrivato il cellulare digitale basato sulla tecnologia GSM. Dopodiché i produttori hanno sviluppato cellulari con le tecnologie GPRS, 3G e 4G, e a prezzi sempre più abbordabili. I primi cellulari, invece, costavano parecchio. Erano dunque prodotti d’élite.
Anche per questo quegli stessi telefonini oggi valgono una fortuna. In generale, c’è parecchia nostalgia nei confronti delle vecchie tecnologie. E con questa nostalgia cresce inevitabilmente il fascino vintage di certi aggeggi ormai interpretabili come pezzi di archeologia telefonica.
E più cresce l’apprezzamento degli appassionati e dei collezionisti, più s’impenna il valore del “vecchio” cellulare. Un caso mirabile è quello di uno dei primi modelli di cellulare: quello inventato da Martin Cooper per la Motorola. Un vero e proprio mattone, pesante più di un chilo, strutturalmente davvero poco pratico, ma capace di telefonare in movimento e senza l’ausilio di fili telefonici. All’inizio degli anni ’80, e cioè dieci anni dopo lo sviluppo del prototipo, la Motorola ha voluto produrre quel modello base per distribuirlo nel mondo: era il Motorola DynaTAC.
Un cellulare vintage dal valore enorme: costa più di 10.000 euro!
Proprio il Motorola DynaTAC è oggi un pezzo ricercatissimo dai cultori dell’archeologia tecnologia. Quel telefonino in sé ha infatti un valore enorme anche dal punto di vista storico dato che rappresenta una diretta testimonianza del genio di Martin Cooper, colui che concepì il telefono portatile e senza fili come nuovo medium per la comunicazione di massa.
Quel prototipo del 1973 poi commercializzato negli anni ’80 pesava più di un chilo e aveva bisogno di una ricarica di 10 ore per poter funzionare meno di mezz’ora. Quel DynaTAC venduto negli anni ’80 divenne un feticcio per gli yuppies e un vero e proprio status symbol.
Costava parecchio allora (quasi 4.000 dollari) e costa molto ora che è diventato un pezzo da collezione. In giro ce ne dovrebbero essere molti, dato che la Motorola è riuscita a piazzarne più di 300 mila. Ma quasi tutti questi cellulari sono stati venduti in Europa del Nord, negli USA e in Giappone. In Italia ne sono stati venuti pochissimi.
Oggi un Motorola DynaTAC 8000x può valere diverse migliaia di euro. Si parte da 3.000 euro se il vecchio cellulare è in stato discreto fino a oltre il doppio se ancora ricaricabile. In alcune aste un vecchio cellulare Motorola ha raggiunto un valore di 10.000 euro: pare che fosse ancora in grado di fare e ricevere telefonate!