La web radio Radiogobetti Internescional: una voce per l’inclusione

Radiogobetti Internescional

Radiogobetti Internescional è una web radio nata nel gennaio 2018 e gestita da educatori, insegnati di sostegno ed alunni dell’Istituto Superiore Piero Gobetti di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Come si legge sulla loro pagina Facebook, il motto di questa iniziativa è «Una voce per l’inclusione. Sfondiamo il muro del silenzio: la parola a … Leggi tutto

Hong Kong Express, il caos della modernità

Hong Kong Express (1994) di Wong Kar-wai è ormai un classico del cinema orientale. È uno dei più amati film di un regista outsider della propria industria locale. Fu infatti una vera e propria porta per far ottenere all’autore un riconoscimento in Occidente, grazie a qualche critico e cinefilo – come Quentin Tarantino – che … Leggi tutto

La realtà irriverente di Ian McEwan

Ian McEwan

L’evoluzione umana ha raggiunto uno dei punti più alti della sua espressione, nel momento in cui ha scoperto la trasmissione scritta. Le parole, fonte inestimabile di una conoscenza riservata a pochi prima, a molti poi, hanno creato quello che è un piacere per il cuore e per la mente: la lettura. È stata la scrittura … Leggi tutto

Ennio Morricone, la sublimazione della musica

Ennio Morricone

Sedetevi in poltrona. Di quelle che hanno abbastanza spazio per potersi quasi sdraiare. Ma non dovete farlo. Chiudete gli occhi. Siete in un auditorium. Ascoltate. Il ticchettio della bacchetta che dà il tempo sul leggio. L’applauso che accompagna l’inizio dello spartito. È magia, non musica. Commozione. Meraviglia. Tutto. L’eccitazione di più compresenze emozionali che vi … Leggi tutto

Il travolgente ritorno in sala con Les Misérables di Ladj Ly

Les Misérables

Tra le varie occasioni di aggregazione che l’epidemia di Covid ha messo in pausa, una delle più significative è di certo l’appuntamento con la sala cinematografica. Finalmente, dopo mesi di buio, le sale tornano ad illuminarsi dando così la possibilità a molti di recuperare titoli la cui uscita era prevista negli scorsi mesi. Tra i … Leggi tutto

Il nome della rosa: quarant’anni dopo

nome della rosa

A quarant’anni dalla sua pubblicazione, Il nome della rosa torna in libreria con una nuova edizione. Segno evidente che la lunga scia di successo di questo insolito thriller medievale sembra non essersi ancora esaurita. Scritta quasi per gioco da Eco, e senza grandi pretese editoriali, Il nome della rosa è stato prima di tutto un … Leggi tutto

George Floyd, il rap e la protesta

«And we hate po-po / wanna kill us dead in the street fo sho’». Questo verso di Kendrick Lamar comparve in Alright, un pezzo dell’album To Pimp a Butterfly. Dalla sua uscita nel 2015 provocò una reazione dei media conservatori, primo tra i quali Fox News. L’antagonismo tra forze dell’ordine e afroamericani è qualcosa a cui Lamar fa riferimento più volte anche nel videoclip del pezzo. Non si astiene né dal denunciarne la violenza né da un senso di rivalsa quando rima a bordo di un’auto trasportata a braccio da quattro poliziotti. Come un re. Nello stesso album recita:

N-E-G-U-S description: black emperor, king, ruler, now let me finish
The history books overlook the word and hide it
America tried to make it to a house divided.

La crudele ironia della sorte nell’appartenere a una stirpe regale eppure essere visti come criminali in potenza dal sistema legale americano, non importa quanto in alto si sale. Un rapper diventa molto più facilmente infamous che famous.

Rap e sistema legale: una protesta in corso

Il rapporto conflittuale dell’hip-hop con i media mainstream è antico quanto l’hip-hop stesso e va di pari passo con la tensione razziale negli Stati Uniti. È un genere musicale nato e sviluppatosi all’interno della comunità afroamericana e spesso si fa portavoce delle sue lotte. Non è un caso quindi che la figura del rapper sia frequentemente oggetto di attacchi mediatici. La fama non è sufficiente ad allontanarli – anzi, li attira – e non è nemmeno un caso che s’intensifichino nei momenti in cui la tensione razziale cresce.

Il gruppo N.W.A. irruppe nel panorama musicale mainstream con pezzi come Fuck tha Police. Era il 1989 e già allora nell’hip-hop si denunciava la violenza e il razzismo strisciante della polizia. Qualche anno più tardi Tupac Shakur fu al centro di numerose controversie, al punto che uno dei suoi album più celebri s’intitola Me Against the World. Il rapper in quegli anni diventa uno stereotipo in cui si riversano tutti i tratti pregiudizievolmente associati ai neri: ignoranza, tendenza al crimine e misoginia.

Sono gli anni che hanno come sfondo prima l’epidemia dell’uso di crack nei ghetti, poi Rodney King e le rivolte del 1992. Lamar si lega direttamente a quel periodo e soprattutto a Tupac, di cui nel mondo hip-hop molti vedono come erede. Kendrick Lamar nasce e cresce a Compton, quartiere di Los Angeles tradizionalmente legato al gangsta rap. A detta dello stesso Lamar, una delle esperienze che lo portarono al rap fu proprio l’incontro con Tupac durante le riprese del videoclip per California Love.

rap e protesta
Foto: mali maeder from Pexels.

Leggi anche: L’America “non respira” ancora.

In Mortal Man, altro pezzo di To Pimp a Butterfly, Lamar immagina di avere una conversazione con Tupac sul tema del conflitto sociale, della condizione dei neri e del modo in cui un afroamericano è costretto a inserirsi nella società pur restandone ai margini. Proprio questo brano contiene una poesia in cui è centrale la metafora del bruco che diventa farfalla, da cui il titolo dell’album.

The caterpillar begins to notice ways to survive
One thing it noticed is how much the world shuns him
But praises the butterfly.

La profondità e la bellezza dell’arte si nutrono del mondo circostante, che però è tutt’altro che idilliaco. Si parla di sopravvivenza, di modi con cui venire a patti con un mondo che da un lato impedisce ogni via per la redenzione sociale, dall’altra è assieme polizia, giuria e giudice. «Only God can judge me», scrive Tupac nel 1996, poco prima di essere ucciso. La polizia è onnipresente nei testi rap. Come non ricordare anche 99 Problems, in cui Jay Z descrive l’ennesima perquisizione a cui, è noto, un nero si deve abituare come normale parte della propria vita.

License and registration and step out of the car
Are you carrying a weapon on you? I know a lot of you are.

L’assunto di partenza è la colpevolezza, e accompagna l’abuso di procedure come il controverso stop-and-frisk, nei primi anni Duemila all’origine di uno scandalo che vide la polizia di New York dover giustificare lo sproporzionato numero di neri e ispanici fermati.

rap e protesta
Foto: PxHere.

Leggi anche: Ci sarà giustizia per George Floyd?

Negli anni precedenti al 2016, con l’elezione di Trump come presidente, si assistette a una crescente opposizione tra la destra repubblicana e le cause per i diritti civili. Nacquero movimenti come Black Lives Matter (peraltro a seguito di un altro caso di brutalità della polizia), ora di nuovo al centro del dibattito mediatico. Fu anche il periodo di un nuovo rinascimento nero, in cui, come nel precedente Harlem Renaissance, l’orgoglio afroamericano tornò protagonista nelle arti e nella narrazione dominante: Beyoncé con Lemonade, Donald Glover con Awaken, My Love! e Kendrick Lamar con il già citato To Pimp a Butterfly, J. Cole con 2014 Forest Hill Drive.

Opere che ebbero un grandissimo successo di critica e pubblico e hanno come esplicito intento catturare e discutere l’esperienza afroamericana contemporanea. Ancora una volta, tuttavia, più si spostarono al centro dell’opinione pubblica più ricevettero critiche da una significativa parte di media, come nel caso della famosa performance di Beyoncé durante il Super Bowl del 2016. Non era la sua prima volta su quel palco. A fare la differenza furono i richiami al movimento delle Pantere Nere, tasto ancora dolente nella storia americana, al punto che anche il solo farvi riferimento fu visto come un attacco alle forze dell’ordine.

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Foto: Wikicommons.

Perché il pubblico americano è così sensibile quando si tratta di razzismo e polizia? La questione rimane evidente. Protestare un sistema legale che opprime le minoranze non è accettabile, non ora con le rivolte ma nemmeno con un pacifico inginocchiarsi di Colin Kaepernick. Non con Malcolm X ma nemmeno con Martin Luther King. Non importa il grado di abuso razzista da parte del sistema o quanto sia pervasivo, si usa la stessa giustificazione. È un caso, una mela marcia in un sistema altrimenti perfetto e quindi non contestabile.

Come brillantemente illustrato da Trevor Noah in un suo recente video, è per definizione impossibile rovesciare un sistema ingiusto restando all’interno di un paradigma di “giustizia” – nel senso legale del termine, che come dimostrato molte volte nella storia può non coincidere con la giustizia ideale. La premessa di un qualunque tipo di ordine sociale democratico è una base comune di diritti garantiti. Se questi vengono meno, crolla anche l’ordine. Attaccare l’istituzione della polizia in qualunque forma, anche pacifica, passa dall’esplicitare una fondamentale carenza del sistema legale e giudiziario nella tutela dei diritti. Naturalmente chi tiene alla stabilità politica e sociale non vuole questo. Non solo; non vuole neanche avere una conversazione a riguardo. Le rivolte che coinvolgono numerose città americane in questi giorni hanno l’effetto desiderato, cioè obbligare tutta la società ad avere questa conversazione, necessaria per evitare altri George Floyd.

Da 5 Bloods: Spike Lee torna a raccontare la storia afroamericana

Da 5 Bloods

L’omicidio di George Floyd ha riaperto, da settimane, la mai tacita discussione sulla divisione razziale in America, esasperando le già duramente colpite comunità afroamericane che sono esplose in rivolte pacifiche e non. Quasi coincidentalmente, Netflix distribuisce Da 5 Bloods, ultimo lavoro di Spike Lee, regista impegnato e politicamente schierato, che pone un forte accento sulla … Leggi tutto

Cose mai viste, anche di giorno: Fuori Orario su Rai Play

Rai Play

Tra le varie e generose iniziative di streaming gratuito nate durante l’appena concluso periodo di isolamento forzato, il cinema d’autore si è ritagliato uno spazio speciale grazie alla programmazione di Fuori Orario in esclusiva su Rai Play. Roberto Turigliatto, noto critico cinematografico e tra gli autori della trasmissione, ha raccontato della decisione del famoso programma … Leggi tutto

James Hook, il pirata che navigò in cielo: la rivisitazione di Capitan Uncino

Questo articolo è stato pubblicato nell’ambito di una collaborazione con l’ufficio stampa Il Taccuino. In data successiva alla sua pubblicazione, questa collaborazione è stata interrotta a causa della scarsa professionalità e della condotta di tale ufficio stampa, da cui ci dissociamo. Gli articoli già pubblicati, come il presente articolo, non sono stati rimossi per correttezza … Leggi tutto

Psycho: l’ombra infettante del disordine

Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta escono alcuni dei più importanti film di Alfred Hitchcock: La donna che visse due volte (1958), Intrigo internazionale (1959), Psycho (1960), Gli uccelli (1963). Si tratta di titoli usciti davvero a poca distanza di tempo, uno dietro l’altro, mostrando come la “macchina” hitchcockiana fosse … Leggi tutto

Lorenzo Jovanotti, un docutrip in bicicletta: Non voglio cambiare pianeta

jovanotti docutrip

Tra i prodotti che le varie piattaforme d’intrattenimento ci stanno offrendo, in questi giorni di quarantena, ha sicuramente destato una certa attenzione il docutrip di Jovanotti Non voglio cambiare pianeta. Pensato da Jovanotti inizialmente come filmato semi-amatoriale, è stato successivamente messo a disposizione gratuitamente su RaiPlay a partire dal 24 aprile. Qui ritroviamo l’eterno ragazzo … Leggi tutto

Grup Yorum, morire oggi per la libertà

Grup Yorum

Grup Yorum è un gruppo musicale o, sarebbe più opportuno dire, un collettivo artistico nato nel 1985, a Istanbul.  I loro brani di ispirazione sociale e politica li hanno presto resi celebri negli ambienti universitari, ma da allora il gruppo non ha mai smesso di crescere, in Turchia come all’estero. Negli anni, il gruppo ha … Leggi tutto

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